Il culto dei martiri e
delle reliquie ebbe un ruolo importante nella pratica devozionale
cristiana. Fin dal IV secolo piccole casse (capsae) in
lamina sbalzata furono impiegate per contenere reliquie e
deposte, racchiuse in custodie di pietra o di marmo, in loculi
presso gli altari delle chiese. Le capselle potevano contenere
minuti frammenti di ossa o più frequentemente fazzoletti (palliola)
o bende (brandea), che venuti a contatto con il corpo del
santo ne assorbivano la virtus.
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Nel Lecchese sono state trovate
diverse capselle per reliquie, alcune molto antiche, come
quella proveniente dalla chiesa di Santo Stefano di Garlate
(IV secolo). |
Particolare della capsella
in argento (fine lV inizio V sec. d.C.), da Garlate, Santo Stefano. foto
H. Tocchetti, 2002
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Nel 1888, nel castello di Brivio, durante i lavori per un condotto
di scarico che portarono alla demolizione dell'altare della chiesa
di San Giovanni Battista, furono scoperti i resti relativi ad un
impianto più antico dell'edificio sacro e due capselle per reliquie.
La capsella, custodita dentro un'altra cassetta in marmo di cui si è
persa traccia, era stata posta in un loculo. Il reliquiario di
Brivio, allora appartenente al signor Adolfo Gilbert,
proprietario della filanda che occupava in quel momento una parte del
Castello, fu presentato a Milano nel 1895, all'Esposizione
Eucaristica e a Torino nel 1898, all'Esposizione di Arte Sacra. In
seguito la capsella fu venduta ad un antiquario di Torino e infine fu
acquistata nell'ottobre del 1902 dal Museo del Louvre di Parigi,
dove tutt'ora è esposta. La capsella, di forma ellittica, con il
coperchio a cerniera, è in lamina d'argento con tracce di doratura;
è decorata con rilievi a sbalzo su tutti i lati ed è rifinita a
bulino. La semplicità della composizione ed alcuni elementi
iconografici permettono di datare l'opera alla prima metà del V
secolo d.C. È ritenuta da molti studiosi una produzione
nord-italica.
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COPERCHIO La resurrezione di Lazzaro: la scena
ha due elementi focali, a sinistra il sepolcro di Lazzaro e a destra
Cristo, in piedi, con lunghi capelli ondulati, il nimbo attorno alla
testa, vestito con una tunica e un palliurn. Cristo tiene
un lembo del mantello con la mano sinistra e con la destra una verga
incurvata, che raggiunge l'edicola sepolcrale. Ai piedi di Cristo
c'è Marta, sorella di Lazzaro, vista di profilo. con la testa
coperta da un velo, che inginocchiata ringrazia il Salvatore con le
braccia tese. Ai lati di questo gruppo, si ergono da una parte
una palma e dall'altra il sepolcro di Lazzaro, su un basamento a tre
gradini, composto da due colonne corinzie spiraliformi e una cupola.
Lazzaro, rappresentato come una mummia, con un velo sul capo che
ricade sulle spalle secondo l'uso egiziano, è in piedi all`interno
dell'edicola sepolcrale. per mostrare la sua resurrezione e quindi
per dare una speranza di vita eterna.
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LATI CORTI
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Due porte di città fortificate: le due porte, una
per lato della capsella, sono rappresentazioni simboliche di
due città, identificate dagli studiosi nelle due città
sante. Gerusalemme e Betlemme. |
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LATO FRONTALE - Adorazione dei Magi:
i
tre Magi con il berretto frigio. che ricade sulla spalla
secondo l'uso tradizionale, una corta tunica e i pantaloni,
accorrono da destra porgendo i doni a Gesù, in braccio alla
Madonna seduta sul trono. La Madonna indossa una tunica e un
mantello e ha la testa coperta da un velo. La scena è chiusa
da due palme laterali. |
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LATI
CORTI - Due porte di città fortificate:
il fornice si
apre in una cortina muraria merlata, in un opus
quadralum e tra due torri cilindriche con il tetto
conico. Ai lati sono raffigurate delle palme. |
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LATO POSTERIORE - i tre fanciulli ebrei di Babilonia nella
fornace: la scena, tratta dal Vecchio Testamento.
rappresenta i tre ebrei gettati nella fornace dal re
Nabucodonosor per non aver rispettato l'ordine di adorare la
sua statua d'oro. l tre giovani, in tunica e con un
berretto frigio, sono raffigurati in posa di oranti con le
braccia sollevate tra le fiamme di una bassa fornace
rettangolare. A destra della fornace un uomo, un inserviente
con una corta tunica, attizza il fuoco, mentre sulla
sinistra vi è una palma, che equilibra la composizione. |
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